Boom di investimenti esteri – in tre mesi oltre 2 miliardi di acquisti
In allegato l’articolo di Repubblica del 25 Maggio 2015 inerente al
Boom di investimenti esteri – in tre mesi oltre 2 miliardi di acquisti
In allegato l’articolo di Repubblica del 25 Maggio 2015 inerente al
Boom di investimenti esteri – in tre mesi oltre 2 miliardi di acquisti
Intervista a Kate Taylor, Director di Additaly Ltd di Marco Luraschi
Riuscire ad affiancare investitori internazionali propensi a portare capitali nel real estate italiano, o aiutare operatori italiani che invece vogliono investire all’estero, sembra facile a parole ma in realtà richiede un’expertise completa e integrata a più livelli. Soprattutto necessita di una grande conoscenza delle realtà internazionali. In questo ambito opera Additaly una giovane società di consulenza, con sede a Londra e ufficio italiano a Firenze, che offre in particolare agli investitori assistenza tecnica e legale. Dalla chiacchierata con la Director della società, Kate Taylor, si capisce che l’interesse degli investitori per l’Italia da solo non basta a portare a buon fine le operazioni real estate.
Da quanto come Additaly seguite investitori stranieri che cercano opportunità nel nostro Paese?
Fanno parte di Additaly professionisti che da più di quindici anni assistono investitori stranieri in Italia, con particolare riferimento agli aspetti tecnici e legali. Additaly, però, nasce un paio di anni fa, in periodo di piena crisi del settore, come veicolo per dedicare servizi integrati al real estate.
Si può dire che avete scommesso sul real estate?
Certo. la concentrazione delle nostre energie nel settore rappresenta una scelta deliberata, dettata anche dalla passione e dalla volontà di mettere a disposizione l’esperienza maturata, con l’auspicio che il nostro modo di operare dia un piccolo contributo a uno sviluppo efficace ed ordinato del mercato immobiliare.
Qual è il vostro modo di operare e quali sono i vostri servizi?
Bisogna distinguere in due categorie i servizi che proponiamo: una prevede servizi rivolti a coloro che intendono proporre sul mercato internazionale la vendita di immobili in Italia e l’altra consiste nell’assistenza di cui ha bisogno un investitore straniero. per quanto riguarda la prima categoria, abbiamo istituito procedure standard prima di prendere in carico un immobile da proporre all’estero. una condizione essenziale è che l’immobile sia oggetto di un’approfondita due diligence, con lo scopo di avere uno strumento descrittivo dello stesso, veicolabile in formato elettronico in tutto il mondo e che fornisca ad un potenziale acquirente quante più informazioni possibili, secondo principi e nomenclature internazionali, immediatamente comprensibili.
riteniamo fondamentale che la due diligence, oltre a contenere tutti i dati tecnici, descriva al meglio l’immobile che, pertanto, viene rappresentato con servizi fotografici e video, eseguiti sotto la direzione di un architetto e di un tecnico di riprese video a terra e aeree. l’altra condizione essenziale per Additaly è che l’immobile venga conferito in esclusiva. Senza volersi addentrare nei risvolti positivi che un’esclusiva implica, conviene in questa sede sottolineare che per operare sul mercato straniero è necessario rappresentare nel dettaglio l’immobile, in modo che possa eventualmente essere intrapresa una selezione a distanza, a valle della quale può nascere un interesse più concreto. È intuibile, dunque, come la qualità della due diligence possa servire a far attirare l’attenzione sul proprio immobile. tuttavia, è comprensibile che un operatore immobiliare, in assenza di esclusiva, non voglia offrire al pubblico tutti i dettagli dell’immobile. noi crediamo che si debba invertire questa tendenza e la concessione dell’esclusiva significa appunto poter veicolare al meglio le informazioni e la descrizione della proprietà, anche secondo il principio di massima condivisione con altri operatori del settore, che auspichiamo cominci a prevalere anche in Italia.
Per quanto riguarda invece i servizi rivolti agli acquirenti stranieri?
in relazione ai servizi diretti all’investitore straniero, pensiamo di aver sviluppato un’approfondita conoscenza di tutti gli aspetti che devono interessare chi vuole investire in italia. Quelli che rappresentano il minimo comune denominatore sono prontezza nell’evadere le richieste, possibilità di essere assistiti in lingua, massima conoscenza preventiva della proprietà da acquisire e del mercato e, in ultimo ma non meno importante, flessibilità nei costi per l’assistenza. a tali aspetti se ne aggiungono altri più tarati sul caso specifico quali la richiesta di accesso al finanziamento, la necessità di essere assistiti nei contratti di appalto, di essere assistiti negli acquisti all’asta e nei rapporti con le amministrazioni. un servizio sempre più richiesto è quello del property finding, proprio perché Additaly coniuga la conoscenza del mercato residenziale e commerciale con l’esperienza tecnica e professionale. in conclusione, la missione di Additaly nei confronti degli investitori stranieri è di essere una sorta di general contractor e di fornire qualsiasi tipo di servizio, a partire dall’individuazione di una proprietà con caratteristiche espressamente richieste fino ad arrivare alla gestione della proprietà. In merito alla qualità dei servizi, siamo convinti che i clienti non possano limitare il giudizio sulla base di una mera auto-presentazione ma debbano operare le scelte dei consulenti su tre presupposti fondamentali: track record, network e feedback dei clienti passati.
Qual è in questo momento il sentiment degli investitori stranieri verso il mercato italiano?
Per non essere banali e non trattare a livello generale il sentiment apparentemente positivo che si respira in questi ultimi mesi, vorremmo provare a formulare delle critiche più di dettaglio e forse fuori dal coro. ci sono tre principali componenti che, secondo la nostra esperienza, continuano a creare un tangibile disturbo; la complessità ed imprevedibilità del sistema urbanistico-edilizio, l’inefficienza e, talvolta, l’approssimazione del sistema giudiziario ed il sistema fiscale italiano caratterizzato da prassi locali e dalla possibilità per l’agenzia delle entrate di recuperare gettito mediante l’applicazione della tassa di registro calcolata sul prezzo unilateralmente revisionato in eccesso dall’agenzia rispetto al prezzo liberamente concordato tra le parti. in un simile scenario, non è facile dare certezze a chi si propone di investire nel nostro paese ed è proprio per questo che l’investitore deve rivolgersi a consulenti qualificati per ridurre al minimo i rischi di imprevisti e controversie.
In quali settori in questo momento ci sono offerte interessanti e che tipo di prodotto cercano gli investitori?
I lettori de il Quotidiano immobiliare sanno bene che le offerte interessanti si trovano attualmente in tutti i settori. noi stiamo concentrando i nostri sforzi sul settore turistico-ricettivo.
a questo proposito auspichiamo un intervento del legislatore per rendere più dettagliato e organico l’attuale scarno quadro normativo che regola le residenze turistico-alberghiere in quanto tale concetto, in un paese a vocazione turistica come l’Italia, potrebbe avere un successo assimilabile a quello che ha avu- to negli Stati uniti secondo il concetto dei condhotel.
Si riapre la partita dell’investimento sul mattone residenziale, su cui i capitali istituzionali – così restii sul mercato italiano ad occuparsi di case – stanno tornando a puntare i riflettori.
Troppe tasse – è vero – gravano sugli immobili per riaprire veramente i giochi ai piccoli investitori privati, che sceglievano in passato il solido mattone come forma di risparmio e rivalutazione del capitale.
Ma oggi che i prezzi delle case che hanno raggiunto livelli così bassi, e quindi appetibili, che senso ha tornare a parlare di domanda di seconde case da investimento?
I livelli dei rendimenti nelle 10 grandi città italiane – leggermente in recupero rispetto agli scorsi anni – sembrano far pendere l’ago della bilancia di nuovo sul sì.
L’altra faccia della medaglia sono i canoni d’affitto che gli inquilini sono in grado di sostenere: in media rispetto al 2008 i valori di locazione delle grandi città hanno fatto un passo indietro abbastanza marcato: -15,8%.
Il grosso della caduta è alle spalle, ma nulla vieta che anche quest’anno e il prossimo i valori possano lasciare sul terreno qualche altro punto percentuale, anche se già nell’ultimo semestre del 2014 – secondo il rilevamento effettuato dall’ufficio studi Tecnocasa da cui sono tratti i dati – sono emersi segnali di stabilizzazione.
For more information visit:
A collection of Italian luxury hotels with an estimated market value over €1.2 billion has been amassed by Middle Eastern investors. The last of a long series of deals concerns one of Venice’s jewels: the fascinating Hotel Gritti.
The leader of this buying spree is the emir of Qatar, who in recent years purchased a series of Italian hospitality jewels. Businesses linked to Qatar’s emir as well as businesses that can be traced back to members of the royal family or of family members with government roles have also been involved in this purchasing round.
Starting in 2006, when Qatar’s sovereign wealth fund purchased Milan’s Grand Hotel Gallia and restructed it for €400 million, throwing its doors open again for the Milanese last January, it has started accumulating a large number of Italian high-end real estate assets.
The emir through Qatar holding currently owns a number of Italian luxury hotels in the country’s largest cities as well as four super-luxury hotels on the Costa Smeralda (Hotel Pitrizza, Romazzino, Cala di Volpe and Hotel Cervo) which have recently been amplified.
The Katara Hospitality group (the government entity dedicted to developing tourism sector real estate) which in Italy owns the Gallia and Rome’s Intercontinenal, is in talks to purchase via Veneto’s iconic Hotel Excelsior from Starwood.
Constellation Hospitality Group (part of Qatar Holding and a business close to the country’s former prime minister) already stopped by Rome to purchase the St. Regis Hotel. For €150 million the same group bought Palazzo della Gherardesca, Florence’s Four Seasons hotel, from Corrado and Marcello Fratini.
Mayhoola for investment (the company that owns Valentino’s fashion house) bought Rome’s Europa and Regina hotel.
The most recent deal was signed last week by Nozul Hotels & Resorts, another company controlled by the emir and the owner of Doha’s W Hotel. Both companies are controlled by Jaidah holding, the entity that for €105 million purchased Venice’s Gritti.
What will the next targets be? Surely, it will be more high-end hotels situated in the large tourist and business cities along the peninsula.
Qatar’s emir and other members the royal family that have invested in Italy are is interested in more than hotels. Real estate in general is also one of their objectives.
At the end of February Qatar’s emir purchased 100% of Porta Nuova, Milan’s new business district. It also purchased Credit Suisse’s building in Milan as well as a building in Rome’s central Piazza di Spagna. It also took part in the race to purchase Unicredit’s former headquarters in Milan’s Piazza Cordusio.
For more information visit:
http://www.italy24.ilsole24ore.com/art/real-estate/2015-05-19/middle-eastern-investors-have-spent-12-bn-on-italy-s-luxury-hotels-with-qatar-s-emir-the-lead–134656.php?uuid=ABuZeniD
“The U.S. dollar is still strong and the economy is good and the rest of the world is a little softer,” said Jason Kumpf, a real estate specialist at USForex. “It’s a great time to increase your pieces on the international Monopoly board.”
Property prices in some European markets fell 40-50% during the financial crisis and haven’t fully recovered, according to global real estate consultancy Knight Frank.
Combine that with the strength of the U.S. dollar creating favorable exchange rates, and deals abound. For example: A €500,000 home cost around $683,000 last July, according to Knight Frank. Now, that property has a price tag of roughly $558,000.
Experts identified France, Spain, Italy, Germany and Canada as markets being pursued by American buyers.
France is looking particularly attractive.
The number of clients buying properties in France increased nine-fold in 2014 from 2013 at USForex, and this year is looking even more promising.
“High-net-worth buyers have been circling around properties in the south of France for the last couple of years,” said Dan Conn, CEO of Christie’s International Real Estate. “It’s an incredible time to buy.”
Related: Here’s what’s driving up housing prices
Paris is also seeing increased activity: today, 19% of Christie’s buyers in the capital were American, up from 14% in 2010.
Germany has also been drawing in American buyers recently, according to Kumpf, as the number of U.S. buyers who transferred money to purchase property there has doubled in the last year.
Spain and Italy have had a slower economic rebound, which means better discounts and opportunities, according to Conn. For example, Sardinia, an island off the coast of Italy, has experienced little buying activity since the downturn … until now. “You are starting to see emerging interest from U.S. buyers,” Conn said.
Interest in rentals in Italy started to rise last year, and that’s a strong indicator that sales will follow, said Rupert Fawcett, head of Knight Frank’s Italian desk.
Tuscany, Florence, and Lake Como are the hot spots in the country at the moment, he said.
“I am not expecting the flood gates to open, but the tap had very much been switched off over the last four to five years, so to see any American interest coming back is already an increase.”
Related: A new condo in Manhattan will cost over $3 million next year
Spain, which has been a popular market for Europeans looking for a vacation home, is starting to catch the attention of Americans, particularly Barcelona. “It’s a hybrid city and resort,” said Conn. There’s also been discussions of a new luxury waterfront development in the city, which could increase interest.
London is also seeing increased attention from American buyers, but the conversion rate to a sale is still relatively low, according to Jennet Siebrits, UK head of residential research at CBRE. “I think once the U.K. general elections are out of the way, that might be a catalyst.”
In Latin America, Brazil is an attractive option for U.S. buyers, according to a report from Christie’s International Real Estate, due to deflated property prices and a drop in its currency.
For more information visit:
http://money.cnn.com/2015/05/07/real_estate/cheap-real-estate-overseas/
Italian property portal Gate-Away has reported a massive 87.5% increase in search enquiries from British investors in the first quarter of 2015, compared with the same period last year.
Sterling strength against the euro has led to a significant upward shift in sentiment from British buyers since the beginning of the year. Interest was further buoyed when changes to UK pension regulations took effect in April, resulting in more than 200,000 new buyers entering real estate markets both at home and overseas.
Gate-Away also revealed that Brits are looking at more expensive property in Italy’s prime regions with budgets of an average €324,000 compared to €190,000 in the first three months of 2014. This is partially due to increased purchasing power resulting from sterling strength in euro denominated property markets.
Simone Rossi, commercial director of Gate-Away said: “The average value of Italian properties sought by the British has grown tremendously in this first quarter and even beyond the depreciation of the euro against the pound. More and more Brits than ever are being driven by the favourable economic climate and are finding that the Italian real estate market is far from inaccessible and beginning to consider the idea of buying a house in Italy very seriously“.
Topping the list of most favourable buying locations was Puglia, knocking Tuscany off the top spot. 80% of searches by British visitors to the portal have shown interest in houses and 20% in apartments, with around 55.7% looking for habitable properties not requiring renovation.
Gate-Away shows that the UK generates the highest number of enquiries for property in Italy, followed by the Americans at 14.2% and French (9.3%). Interest from American buyers in Italian property markets is also expected to increase considerably in 2015 on the back of a rock solid dollar.
For more information visit:
MILAN, March 11 (Reuters) – Italian real estate stocks such as Prelios and Risanamento rallied on Wednesday to test new highs as investors warm to improving business prospects in a market battered by years of recession.
Chronically depressed property prices in Italy have started to attract growing attention at a time when the weak euro and very low interest rates are luring investors to Europe’s shores.
“Italy is one of the countries in Europe that has not benefited from the price rises we’ve seen in Germany and Spain,” said Paolo Bellacosa, head of capital markets at CBRE real estate consultancy in Italy.
“There’s a lot of interest from foreign buyers, mainly U.S. private equity funds.”
Shares in Prelios rose 10 percent by 1530 GMT, while the Risanamento share price was up more than 9 percent, bringing gains since the start of the year to above 90 percent.
Elsewhere in the sector, Beni Stabili and IGD have risen 27 percent and 33 percent respectively so far this year.
Europe’s commercial property market sizzled last year as demand for real estate in Paris, Britain and Germany, plus strong private equity interest in Ireland and Spain, sent deals to their highest level since the financial crisis.
But a protracted economic recession, along with red tape and a byzantine legal system, meant that little of the money flooding European markets came Italy’s way.
Now pledges by Prime Minister Matteo Renzi to modernise the country and kick-start growth are winning over converts as the euro zone’s third-largest economy shows signs of emerging from a triple-dip recession that began in 2008.
Luca Dondi, head of real estate at independent think-tank Nomisma, said that sentiment in the property market had been lifted by recent positive house sales data, a rise in mortgages from big banks and the recent spate of big deals.
In February Qatar’s sovereign wealth fund struck a deal that made it the sole owner of a prime real estate area in Milan worth more than 2 billion euros ($2.12 billion).
“The past seven years have been very difficult for the market and many of the stocks are valued cheaply compared with their assets. They’re now returning to more normal levels,” Dondi said. ($1 = 0.9456 euros)
For more information visit:
http://mobile.reuters.com/article/idUSL5N0WD3UH20150311?irpc=932
A novembre, Lisa Suydam ha avviato le trattative per un pied-a-terre a Parigi, ma l’accordo non è ancora stato chiuso perché il venditore ha bisogno di più tempo. Suydam non potrebbe essere più felice. “Ogni punto che l’euro perde, io risparmio. Non avere chiuso l’affare mi ha fatto risparmiare molto”, ha raccontato la sessantaduenne assistente di volo in pensione. Lo scorso autunno, quando si è accordata per il pagamento di 690 mila euro per il monolocale di 34 metri quadrati nel settimo arrondissement, il costo in dollari era intorno a 870 mila. Oggi è circa 760 mila dollari, anche se Suydam ha già versato una caparra del 10% e ha cambiato alcuni euro a un tasso leggermente più elevato, progetta di concludere alla fine del mese.
Per gli americani che hanno sempre sognato una fuga in Europa, il crollo dell’euro è la svolta. Dal minimo dello scorso anno ad oggi, il dollaro si è rafforzato del 26% sull’euro. L’ultima volta che è successo era il 2003. “L’opinione generale è che per la fine dell’anno il cambio euro-dollaro sarà a 1,10, ma molti credono che il dollaro potrebbe essere anche più forte”, ha riferito Daragh Maher, Fx strategist presso Hsbc a Londra. E si consideri che al momento della pubblicazione, un euro valeva 1,10 dollari.
Gli agenti immobiliari a Parigi, in Toscana e a Barcellona hanno riferito di essere stati sommersi di chiamate ed email di cittadini statunitensi da gennaio. Sotheby’s International Realty in Francia e a Monaco, attualmente, ha tra il 30% e il 35% di clienti americani in più rispetto al 2012 e al 2013, ha fatto sapere il ceo Alexander Kraft, aggiungendo che tra il crollo dei prezzi e lo scivolone dell’euro, a Parigi gli americani ora riescono a pagare il 40% in meno rispetto al 2012. Ecco una panoramica sulla ripercussione del tasso di cambio in tre popolari location da seconda residenza scelte dagli americani.
BARCELLONA. Lane Auten ha il fiuto per gli affari. Tra il 2010 e il 2012 ha gestito un portafoglio di beni immobiliari nella San Francisco Bay Area. Tre anni fa, ritenendo che con le ville unifamiliari statunitensi “il rendimento non fosse più interessante”, ha traslocato a Barcellona con la moglie spagnola Nieves Prieto, una regista di documentari. Ha creato un nuovo gruppo che compra, ristruttura e rivende appartamenti di lusso nella città. Sette mesi fa, insieme ad altri tre investitori, ha trovato un edificio storico nel quartiere gotico. La sua quota personale era di 1,2 milioni di euro, circa 1,62 milioni di dollari al tasso di cambio della scorsa estate ma quando ha concluso, a febbraio, ha pagato circa 1,35 milioni di dollari. “Era già un buon affare all’inizio quando l’abbiamo trovato, e sta andando ancora meglio da allora”, ha commentato Auten. Inoltre, l’euro debole è stato una benedizione anche per la sua abitazione. Due anni fa avevano affittato un bilocale a Gracia, un quartiere di moda, per 2.000 euro al mese, ovvero intorno a 2.650 dollari con il tasso di cambio di allora, ma oggi pagano circa 2.200 dollari al mese. Con l’abbassamento dei costi, la coppia ha deciso di prendere spazio supplementare per gli ospiti e a gennaio ha affittato un monolocale con un ampio terrazzo sopra il loro per 1.000 euro al mese, ovvero 1.100 dollari.
Alex Vaughan, socio fondatore di Lucas Fox che tratta residenze di lusso in Spagna e Portogallo, ha fatto sapere che gli americani tradizionalmente costituivano appena l’1-2% della sua clientela, ma lo scorso anno quel dato è cresciuto al 5% e continua ad aumentare. Lo scorso autunno, anche Engel & Völkers, un’agenzia immobiliare di lusso di Amburgo che punta sulla clientela internazionale, ha aperto un ufficio a Madrid che progetta di dotare di più di 200 venditori multilingue, e due anni fa la società aveva aperto una filiale delle stesse dimensioni a Barcellona. L’obiettivo è assimilare la ricerca di un’abitazione al processo tipico del mercato statunitense, ha spiegato il socio amministrativo Philipp Niemann. “Siamo preparati agli acquirenti con i bigliettoni verdi”, ha aggiunto.
PARIGI. Amanda e Michael Drinnan, che vivono nella San Francisco Bay Area, hanno da tempo un pied-a-terre a Parigi, ma lo scorso autunno hanno deciso di cercare un appartamento più ampio in una zona più centrale. Hanno trovato un monolocale con i soffitti alti nella zona di moda di Marais per 785.000 euro, all’epoca circa 980.000 dollari, e hanno iniziato le trattative a novembre. Stanno progettando di chiudere a metà aprile e al tasso di cambio odierno pagherebbero circa 864.000 dollari. Questi conti spiegano perché “la nostra posta sta esplodendo di potenziali proposte di acquisto”, ha commentato Miranda Bothe, fondatrice di Paris Property Group, un’agenzia immobiliare che serve gli stranieri compresi i Drinnan e Suydam. “I media sostengono che sarà uno a uno”, ha affermato Bothe, riferendosi al pareggio del tasso di cambio. “Pertanto la gente capisce che se cerca ora potrebbe chiudere proprio al momento giusto”. A Parigi, le tempistiche classiche per la chiusura di un affare sono tra i due e i tre mesi, ha aggiunto Bothe.
Dopo aver latitato nel periodo che ha seguito il 2008 lo scorso anno gli acquirenti americani di fascia alta erano già tornati, ha commentato Charles Marie Jottras, presidente di Daniel-Feau/Christie’s International Real Estate. Lo scorso anno hanno rappresentato il 19% dei compratori stranieri della società in Francia, in rialzo dal 14% del 2010, ha aggiunto Jottras. L’incremento di acquirenti americani per le proprietà di lusso di Parigi sotto i due milioni di euro è parzialmente dovuto al fatto che questo segmento sta vendendo al 15% in meno in euro rispetto al 2012, ha spiegato Marie. Combinando il nuovo tasso di cambio, gli americani si ritrovano un elevato sconto. Inoltre ci sono più possibilità di scelta: l’offerta di appartamenti di fascia più elevata è aumentata, ha riferito Kraft di Sotheby’s, parzialmente in reazione alle nuove tasse sul patrimonio e gli asset. Si pensi che, all’inizio di febbraio Susie Hollands, un’agente immobiliare di Vingt Paris, guidava per Parigi per mostrare le proprietà a un potenziale cliente che, tra un appartamento e l’altro, controllava sul telefono, insieme al proprio consulente fiscale, le ultime decisioni della Bce e quanto avrebbero potuto influenzare il tasso di cambio.
TOSCANA. Gli agenti immobiliari riportano un aumento delle richieste da parte della clientela americana da gennaio, ma fanno presente che alcuni clienti esprimono delle perplessità. Mike Braunholtz, direttore vendite di Prestige Property Group, un promotore immobiliare europeo con sede nel Dorset, ha spiegato che alcuni clienti temono che se la Grecia lasciasse l’euro la valuta potrebbe colare a picco, danneggiando il valore delle proprietà europee sul lungo periodo. Altri hanno paura di comprare troppo presto e perdere lo sconto che potrebbe garantire un’ulteriore discesa dell’euro. Inoltre John Jonk, responsabile vendite di International Realty in Italy di Sotheby’s, ha aggiunto che alcuni americano stanno studiando dei sistemi per proteggere i propri investimenti. “Lo scorso anno all’inizio dell’autunno ho venduto una bellissima casa a un cliente di New York. Prevedeva che il dollaro sarebbe arrivato alla parità, quindi si è coperto” finanziando l’acquisto parzialmente in contanti e in parte con un mutuo nominato in euro, ha riferito Jonk. In questo modo ha bloccato il tasso di cambio con la tranche in contanti. Se l’euro in futuro scenderà ulteriormente, progetta di estinguere il saldo del prestito.
Ma il dollaro forte potrebbe anche lavorare contro gli americani che intendono vendere le proprietà europee, se dovranno cambiare gli euro in dollari. Nel 1995, Jerry Stafford ha comprato un “vecchio fienile” in Toscana insieme alla moglie italiana, Anna Duzzi, una professionista del settore del moda in pensione. Hanno passato anni a ristrutturarlo per farlo diventare una tenuta da 5.500 piedi quadrati con i muri di pietra e poi l’hanno messo sul mercato nel 2011 a 3,5 milioni di euro, circa 4,6 milioni di dollari all’epoca. Oggi chiedono 2,6 milioni di euro, ovvero 2,9 milioni di dollari circa. Tuttavia Marta Romolini, co-fondatrice di Romolini Immobiliare, affiliata a Christie’s International Real Estate in Toscana, afferma: “Non abbiamo subìto l’enorme calo di prezzi che hanno avuto altri paesi nel 2008”. Al contrario i proprietari sono rimasti fermi sui prezzi, causando l’aumento dell’offerta e i prezzi, infine, hanno iniziato a calare negli ultimi due anni, in alcuni casi fino al 50%, ha spiegato Romolini. I nuovi prezzi, insieme al tasso di cambio, stanno iniziando ora ad attirare nuovamente gli americani in un mercato che dalla crisi finanziaria avevano evitato, ha riportato Valerie Bottazzi, proprietaria di Tuscany Real Estate. L’incertezza sull’euro ha ostacolato i tentativi di vendere la sua proprietà, ha ammesso Stafford, che si occupa di ricerca di mercato nel settore. Tuttavia, non si pente neanche lontanamente di essersi trasferito in Toscana. “Ho la qualità di vita migliore al mondo”, ha affermato.
For more information visit:
Un ultimo trimestre migliore dei precedenti è quello che chiude il 2014 sul fronte delle transazioni immobiliari. È quanto sancisce il rapporto dell’agenzia delle Entrate che pubblica quest’oggi una fotografia confortante del trend che il mattone residenziale ha imboccato nel nostro Paese. Dopo aver toccato il livello minimo di transazioni immobiliari nel 2013 (tornate ai livelli del 1985), il settore rialza la testa e tenta il recupero.
Da ottobre a dicembre 2014 sono state registrate 116.543 vendite, in aumento del 7,1% rispetto a un anno prima. Nel primo e terzo trimestre dell’anno il segno delle transazioni era stato comunque positivo (rispettivamente +4,1% e +4,2%), mentre gli scambi sono calati dell’1% su un anno prima nei tre mesi tra aprile e giugno. L’anno scorso si è chiuso con 417.524 compravendite di case, in linea con le previsioni dei maggiori Osservatori. Siamo lontani dal bollettino di guerra del 2012, scandito ogni quarter da perdite a due cifre e culminato nel calo del 30,5% degli scambi nell’ultimo spicchio dell’anno. E’ ancora presto per parlare di ripresa sostenuta, anche se certo la strada imboccata è quella di un recupero che nei prossimi trimestri potrebbe venire confermato dai dati. E non si può più sostenere, come è avvenuto nel primo quarter 2014, che il buon risultato è dovuto anche allo spostamento dei rogiti dalla fine del 2013 al 2014 per beneficiare delle imposte di registro più leggere, passate dal 3 al 2% per la prima casa e dal 10 al 9% per la seconda.
Già dal 2013 le variazioni negative hanno perso intensità. “Il 2014 si è aperto con un tasso tendenziale positivo, seguito da un trimestre al ribasso e si è chiuso con il terzo e quarto trimestre con rialzi che si consolidano” recita il comunicato. In totale sono stati 920.849 gli scambi se si sommano le pertinenze (in genere box e posti auto), uffici, negozi e così via. Il comparto comprensivo di tutti i settori ha visto nel quarto trimestre transazioni in aumento del 5,5% e sull’anno dell’1,8%, sul quale pesa il dato negativo del segmento commerciale (-4,6%)….
For more information visit:
http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-03-05/italiani-riscoprono-mattone-095208.php?uuid=AbUOerML
MILAN: Qatar’s sovereign fund has taken control of one of Italy’s prime business areas after buying out other shareholders in a move hailed as heralding a new era of inward investment for the recession-bound country.
Property group Hines Italia announced yesterday that the Qatar Investment Authority (QIA) had taken 100 per cent control of the Porta Nuova district in Milan, in which it has held a 40pc stake since 2013.
Hines, insurer Unipol and several investment funds were among the selling shareholders in a 25-building development conservatively valued at more than two billion euros ($2.2bn).
Media reports said initial investors in the project had cashed out with a 30pc profit in their pockets.
The district of Porta Nuova, which takes its name from an early 19th century Napoleonic gate, was subject to one of the most ambitious programmes of urban regeneration ever undertaken within the historic centre of a major European city.
Situated barely a kilometre from Milan’s iconic Gothic cathedral, the district is home to a number of landmark buildings including the cutting-edge headquarters of Italian bank Unicredit and the “Bosco Verticale” (Vertical Forest), a complex of two award-winning residential skyscrapers.
For more information visit:
http://archives.gdnonline.com/NewsDetails.aspx?date=04/07/2015&storyid=396772